Articoli

La signora Genoveffa è sposata ed ha due figli. Quando ci parla delle sua famiglia le si illuminano gli occhi.

Il 3 gennaio, proprio il giorno di Santa Genoveffa non si sente bene, per il cuore, a causa dei tanti dispiaceri che ha avuto nella vita, dice. Chiama il figlio, poi la corsa in ospedale. Dopo quattro mesi entra nella residenza “Qui mi trovo benissimo, sono rinata. Evidentemente non è ancora arrivata la mia ora, ho ancora tante cose da fare”. Gli infermieri li chiama – i suoi angeli – “Quando li vedo arrivare mi piacciono, sono belli, ora per fortuna sto bene e sono molto mattiniera, mi alzo alle 4 e mi trovano già sveglia”. Anche i figli con i tantissimi impegni di lavoro sono tranquilli nel saperla qui al sicuro e in compagnia. “Però a fine luglio torno a trovare i miei nipoti, non vedo l’ora, anche se qui ho sempre da fare, tra le chiacchiere e il cucito, coltivo le mie zucchine, il tempo passa subito, anzi vola”.

Antonio è un giramondo.

Ma è di quelle persone che il mondo lo girava per trovare un destino migliore con il proprio Paese sempre nel cuore. Ride spesso, quindi la tempra, ancora oggi, ha la meglio sulla malinconia.

Deve essere stato davvero duro lasciarsi i familiari e gli amici a migliaia e migliaia di chilometri di distanza per lavorare.
Prima l’Argentina, in quel grande elettrauto lontano dal suo Abruzzo, ma la voglia di emergere e migliorarsi non l’abbandona mai, sei anni dopo è in Canada.

Questa volta sono le ferrovie a dargli occupazione, era un lavoro duro, afferma con grande serenità.

Oggi dice di essere contento, perché fa il pensionato. Non lavorare ti rende la vita facile, aggiunge, poi chiude con la solita, trascinante risata.

Sono Antonietta! Lo dice con una grinta da far invidia ai ventenni.

Sono di Fara San Martino, tiene a precisare con orgoglio. Il nove giugno 2020 Antonietta ha compiuto 100 anni, guardandola all’opera nell’orto sul terrazzo, nei discorsi con gli altri ospiti, nelle attività quotidiane, non si direbbe proprio. Ci racconta della sua vita in campagna, dei lavori, del grande dolore per la perdita della mamma a soli 12 anni, ma è andata avanti al di là di tutto, insieme alla sorella e ai fratelli. Poi la sorella va in America e quando anche il padre la lascia, incontra il grande amore: si sposa. “Il matrimonio mi è andato bene”, dice con semplicità e gioia. “Sono venuta qui per non stare più sola e parlare con gli altri mi aiuta tanto”.

Questi ragazzi, molti dei quali dai novanta in su, sono in fibrillazione da un paio di giorni.

Hanno detto loro, mercoledì arrivano i giornalisti per fare delle domande e dei video.

E così ce li ritroviamo belli, bellissimi, perché la dignità chiama bellezza.

Le donne con un filo di trucco, le maglie colorate, i pantaloni in tinta, lo sguardo attento, gli uomini con pelle liscia da bambini per la barba fatta e tutti curiosi. La novità genera allegria, ci parlano dei lavori che fanno, di quando al mercatino di Natale, con il ricavato della vendita di sciarpe, lavori all’uncinetto ed oggetti, hanno deciso di comprarsi un nuovo televisore da 55 pollici.

Alcuni parlano dei figli in città lontane del nord, altri dell’estero, di quando sono stati in Argentina, America, Francia per lavorare. C’è Vincenzo, un partigiano di 96 anni, che per questo giorno importante ha voluto mettere il fazzoletto della Brigata Majella ed anche la spilla. La signora Antonietta, 100 anni, cammina con passo sicuro, legge ancora senza occhiali e ci ricorda che il suo compleanno è stato il nove giugno.

Quando ci possiamo rivedere? Sono venuto bene? Sono al centro dell’attenzione e sono contenti. Ci perdiamo nelle loro storie, non sentiamo lamentele, non fa parte del loro modo di essere.

Hanno la montagna maestosa di fronte ed un bel sole vicino.

Loro sono le nostre rocce, lo ricordo a me stesso e ci assale una colpevole malinconia, perché questo mondo dovrebbe essere una squadra, dove nessuno rimane indietro. Non sempre è così e non sempre la colpa è di qualcun altro.

Si impegnano con una caparbietà ammirevole nei loro esercizi in palestra. Quando ci complimentiamo con il signor Antonio, per la sua forza, si apre in una risata immensa che ci riportiamo a casa.

Tutto questo è accaduto oggi, ed è stata una bella giornata.

Una sfida, un importante passo, un sogno che diventa concreto.

Sostenere le fasce più fragili, lavorare sull’accoglienza nella terza età.

Protezione e assistenza affidati ad uno staff altamente qualificato e ad un management sempre pronto ad innovare. La filosofia della Residenza Camerlengo è fatta di cordialità, vicinanza ed attenzione alle persone.

In questo video i protagonisti delle nostre giornate, fatte di emozioni, racconti e impegni.