Questi ragazzi, molti dei quali dai novanta in su, sono in fibrillazione da un paio di giorni.

Hanno detto loro, mercoledì arrivano i giornalisti per fare delle domande e dei video.

E così ce li ritroviamo belli, bellissimi, perché la dignità chiama bellezza.

Le donne con un filo di trucco, le maglie colorate, i pantaloni in tinta, lo sguardo attento, gli uomini con pelle liscia da bambini per la barba fatta e tutti curiosi. La novità genera allegria, ci parlano dei lavori che fanno, di quando al mercatino di Natale, con il ricavato della vendita di sciarpe, lavori all’uncinetto ed oggetti, hanno deciso di comprarsi un nuovo televisore da 55 pollici.

Alcuni parlano dei figli in città lontane del nord, altri dell’estero, di quando sono stati in Argentina, America, Francia per lavorare. C’è Vincenzo, un partigiano di 96 anni, che per questo giorno importante ha voluto mettere il fazzoletto della Brigata Majella ed anche la spilla. La signora Antonietta, 100 anni, cammina con passo sicuro, legge ancora senza occhiali e ci ricorda che il suo compleanno è stato il nove giugno.

Quando ci possiamo rivedere? Sono venuto bene? Sono al centro dell’attenzione e sono contenti. Ci perdiamo nelle loro storie, non sentiamo lamentele, non fa parte del loro modo di essere.

Hanno la montagna maestosa di fronte ed un bel sole vicino.

Loro sono le nostre rocce, lo ricordo a me stesso e ci assale una colpevole malinconia, perché questo mondo dovrebbe essere una squadra, dove nessuno rimane indietro. Non sempre è così e non sempre la colpa è di qualcun altro.

Si impegnano con una caparbietà ammirevole nei loro esercizi in palestra. Quando ci complimentiamo con il signor Antonio, per la sua forza, si apre in una risata immensa che ci riportiamo a casa.

Tutto questo è accaduto oggi, ed è stata una bella giornata.